Il regno della fantasia

Il regno della fantasia

“Il libro con il buco nella pancia
Non può raccontare la sua storia
E siccome abbiamo poca fantasia
Andiamo a casa, andiamo fuori, andiamocene via!”

Guarda intorno a te, guarda quanti libri!
È il regno della fantasia!
Sicuramente qua troviamo dei consigli!
È meglio non andare via!

C’è il libro di Pinocchio che non vede l’ora
Di raccontare quando entrò nella balena!
C’è anche Biancaneve con i sette nani:
son tanti anni che nessuno legge più!

Noi dobbiamo solo legger le parole
Attenti ad ogni piccolo particolare
Ma la cosa più importante che dobbiamo fare
È usare la nostra immaginazione!
È usare la nostra immaginazione!

“Non è meglio la televisione?
I libri sono andati già in pensione!
La TV la guardi a cena, pranzo e colazione
Per molti addirittura è come una vocazione!”

Ma coi libri, sai, è tutta un’altra cosa
Tu crei i suoni ed i colori!
Conosci amici che ritrovi quando vuoi
E poi non tradiranno mai!

C’è il gatto che va in giro con i suoi stivali
I cavalieri della tavola rotonda
La Sirenetta, Pollicino, ed Hansel e Gretel …
Sono infiniti amici e forse anche di più!!!

Noi dobbiamo solo legger le parole …

 

Felicità

Felicità

Sei sempre vestita di nero e non sai che effetto fa
A volte mi chiedo se è colpa della vita o della città
La luce non trova riflesso perchè rimane incastrata là
E tu sei arrabbiata col mondo perché prende e perché dà
Felicità… Felicità…

Dici che non ti interessa, che non l’hai cercata mai
Anzi, che non esiste ma ti inganni e tu lo sai
Non è mai come vorresti o come la immaginerai
Ma ne hai bisogno e la cerchi inconsciamente, casomai
E verrà… Lei verrà…

Lei verrà un domani,
improvvisa esploderà
Quando l’avrai tra le mani
ti scorderai quando chiedevi: “Dov’è?”

Chiedi perché sono certo e non ho dubbi che verrà
Ti dico che lei c’è sempre in ogni istante della realtà
Ti basta vederla una volta, una sola e scriverà
Il suo nome al primo posto tra i desideri che vorrai
Lei c’è già… Lei c’è già…

Lei c’è già domani,
improvvisa esploderà
Quando l’avrai tra le mani
ti scorderai quando chiedevi: “Dov’è?”

 

Falco cacciatore

Falco cacciatore

Mi trovavo lì per caso
in quel locale che ballavo
Ho intravisto quel suo viso
viso che non conoscevo
Con dei gesti ricercati
nascondevo l’arroganza
Dietro a passi preparati
non riuscivo a fare senza
Ed il fumo l’avvolgeva
ogni tanto sorrideva
Come un falco cacciatore
stava cercando la sua preda

Poi mi sono avvicinato
con la scusa più banale
Le tremava un po’ la mano
mentre mi dava da bere
Ed è stato in quell’istante
un brivido su per la pelle
Per lo sguardo che mi ha donato
sono volato fra le stelle
Ma poi si è allontanata
forse intimidita
Io altro falco cacciatore
ho perduto la mia preda

Hey!
È un’immensa prateria dove tutti sono a caccia
Nessuna distinzione tra falco e preda!
Hey!
La notte mette in mostra quel che siamo realmente
ma col sole del mattino tutto finirà!

Il DJ non la smetteva
di sparare il suo rumore
Mentre l’alcool mi scorreva
per le vene dritto al cuore
Mi guardavo ancora in giro
la cercavo tra le luci
Ormai quasi rassegnato
poi ho sentito la sua voce
Così mi son voltato
e l’ho vista tra le braccia
Di un altro falco cacciatore
che gustava la sua preda

Hey!
È un’immensa prateria dove tutti sono a caccia
Nessuna distinzione tra falco e preda!
Hey!
La notte mette in mostra quel che siamo realmente
ma col sole del mattino tutto finirà!

Hey!
Adesso vado via! Non mi riconosco!
Non mi sento io, sono fuori luogo!
Hey!
Sai che cosa c’è? È solo una follia
Di una serata nata a caso… io vado… e così sia!

 

Ingegner

Ingegner

Ricordo bene quando studiavo all’università
Ricordo fin dai primi giorni io pensavo già
“Quando avrò finito troverò un lavoro super!
Quanti soldi guadagnerò!”, e mi ripetevo che:

Io sarò un ingegnere… Io sarò un ingegnere
Io sarò un ingegnere… Un ingegner…

Mi sono laureato al IV anno fuori corso
Son stato disoccupato, ma finalmente ho un buon posto
Una ditta, molto importante, mi ha assunto immediatamente
Al colloquio, mentre parlavo, mi ripetevo che:

Io sono un ingegnere… Io sono un ingegnere
Io sono un ingegnere… Un ingegner…

Il primo giorno, il capo mi ha messo una ramazza in mano
Mi ha detto: “Pulisca bene, qua deve brillare tutto!”
Gli ho detto: “Cosa crede? Guardi che io sono un ingegnere!”
“Mi scusi” ha detto “Anche lei ha ragione:
venga, le faccio vedere come si fa!”

Son solo un ingegnere… Son solo un ingegnere
Son solo un ingegnere… Un ingegner…

Son solo un ingegnere…. Son solo un ingegnere
Son solo un ingegnere… Un ingegner…

 

Lupo ballerino

Lupo ballerino

Dopo tutto questo macello
È arrivato il momento più bello
Con la mia tromba farò un concerto
Così io mi diverto
Scusa c’è una cosa che non ho capito
Cosa?
Prima hai detto che alla fine
Avrei visto ballare qualcuno
Mi aspettavo le ballerine
Ma qui non balla nessuno!
Ormai dovresti averlo capito
Cosa?

Che ballerai tu! Perché tu… perché tu… perché tu…
Tu sei un lupo ballerino
Ballerò io? Ma perché io? Ma perché io? Perché io?
Perché tu sei un lupo ballerino…
Un lupo ballerino
Un lupo ballerino
Un lupo…
E già io sono un lupo!
Un lupo Ballerino!

Scusa… io sono un lupo, quello cattivo
Che fa paura, un vero duro, un grande divo,
E se mi metto a ballare
Come faccio a spaventare i bambini?
I bambini vogliono che tu balli!
Quindi?

Ballerai tu! Perché tu… perché tu… perché tu…
Tu sei un lupo ballerino
Ballerò io… Perché io… Perché io… Perché io…
Perché io sono un lupo ballerino…
Bravo!
Un lupo ballerino
Bene!
Un lupo ballerino
Bravo!
Ancora, un’altra volta!
un … lupo … cattivo!
No!
cattivo!
No!
cattivo!
No-o!
Tu sei … il lupo ballerino!

 

106 – Canto di Siria (2000)

106 – Canto di Siria (2000)

Stella che brilli lassù,
guardami un secondo e poi
mai più ti disturberò.
Devo chiederti un favore:
questa notte puoi vegliare
su lei, che dorme già?

Stella piccola così,
posso darti quel che vuoi:
tu chiedi che poi lo avrai!
Questa notte devo stare
lontano dalle sue parole:
mi costa tanto, lo sai,
per questo mi capirai
per questo mi aiuterai
… anche tu lo vuoi!

Stella illumina il suo viso:
fai che il sonno sia sereno,
che niente le faccia male!
E se stanotte si svegliasse
dille molto dolcemente
che domani ritornerò,
che domani io ci sarò
che mai l’abbandonerò
… non potrei, lo sai!

Quasi quasi ti telefono

Quasi quasi ti telefono

Quasi, quasi ti telefono
Quasi, quasi faccio il numero
E ti chiedo come va, come stai
E cosa farai questa sera

Ma se ci penso so ben poco
Della tua vita, dei tuoi desideri
Ho solo un foglio di parole
Ed un ritratto, tratto dai miei pensieri

Mentre la notte si trasforma
Conto i miei nomi, le mie aspirazioni
Se inizialmente è stato un gioco
Un diversivo, ora mi ha preso la mano
E non posso abbandonare la partita
O perderei

Lotto duramente, e non so perché
Ti immagino lottare come me
Nel cercare strategie, nuove strade
Senza mai spingere a fondo

E forse vivo nei tuoi sogni
Con mille volti, nessuna somiglianza
Così come ti sorprendo
Ogni notte nuotare nella mia mente

Ma questa notte è più insistente
Il desiderio, la voglia che ho di te
E quasi, quasi me ne frego
Quasi ti chiamo e resto lì a vedere
Se riesco infine a vincer la partita
Contro di me

 

 

Il fiore bianco

Il fiore bianco

Il mantello sporco di polvere
l’armatura insanguinata
La tenzone era stata oltremodo cruenta
Al saraceno feroce dolevano le ferite
Continuamente la scimitarra saggiava la spada

Poi uno scatto temprato d’orgoglio
e un colpo ben assestato
Un suono acuto si diffuse per tutta la valle
In quell’istante il dolore corse per le vene
Si allontanava il termine della contesa

Scese il tramonto
e poi la notte
Fu buio
nel campo di battaglia
La luna in cielo
e poche stelle
I soli spettatori
della schermaglia

Impose la tregua il codice d’onore
i contendenti ormai stremati
Ebbero modo di ricordare qual’era il premio
E tra le penombre si materializzò un sorriso
La conquista del quale era ciò che li spingeva a lottare

“Nella notte riposavo sotto un faggio
aspettando il mattino
ossa dolenti e sangue rappreso,
un tappeto di muschio il mio cuscino
la fresca brezza,
ancella di un’alba di battaglia
mi invitava ad affrontare
la fatica più gagliarda
abbandonare un sogno di tulipani,
abbracci e baci di principessa
provava la mia scorza
più della giostra e col pagan la ressa
acerbo il dolore della ferita
sotto l’armatura spessa
non pari allo struggimento
di riabbracciar la mia principessa
montai in sella,
di nuovo amor temprato
e oltre le schiere
inaudito fu il massacro
rosso il sangue del nemico ucciso
vittima del desio
di un soave viso
bianco era il fiore
che portavo al mio amore”

Testo di Daniele Primavesi
Musica di Ivano Conti

Temporanea malattia

Temporanea malattia

Mi è rimasto addosso il tuo profumo
In una serata strana
Cerco di parlarti e intanto fumo
Surreale atmosfera
Tra gente che non conosco
Tu che non mi capisci
Io che non ti ho cercato
Eppure ti ho voluto
E quei tuoi occhi azzurri
Profondi come il mare
Nel quale io non saprei nuotare

Oh… Affogo dentro a una bugia
Oh… Temporanea malattia
Oh… Un istante di follia
Non faccio altro che ripetermi
Che forse
È meglio andare via… andare via, andare via, andare via….

 

Un’altra vita

Un’altra vita

La mia pena, sai, è un muro spesso così che nega il blu
Mi han rinchiuso qua tutte le falsità di gioventù
E cerco il respiro
In quel grande cielo
Che io riavrò.

Già, è successo che (e non so ancora perché) sei andata via
Gocciola su me il ricordo di te, lontano ormai
Il mio cuore invoca
Nuove grandi braccia
Intorno a me.

Ma un’altra vita, un’altra storia
C’è un’altra vita per noi
Un’altra vita per chi vivrà
Un’altra vita per chi vorrà

Strani i viaggi che inventavo per me, come in un flash
Certi sogni, poi, che non davano mai felicità
Ho bucato sempre
Tutte le speranze
Di verità

Ma un’altra vita per chi vorrà
C’è un’altra vita per noi
C’è un’altra stella che splenderà
E un’altra strada ci indicherà

C’è un’altra vita per chi vorrà
C’è un’altra vita per noi
C’è un’altra vita per chi rischierà
Un’altra strada per chi crederà

Testo di Luigi Nava
Musica di Ivano Conti