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Autore: Ivano Conti

Quello che porti nel cuore

Quello che porti nel cuore

Non saprei che cosa dirti
Non saprei come guardarti
Non saprei portarti a casa
Non saprei come spiegarmi
Non saprei allontanarmi
Forse non saprei tenerti la mano
Tante cose non saprei fare
Incapace di conquistare
Quello che porti nel cuore
Si può vedere, ma non toccare
Ed è lì che mi sorride
E io non so che cosa devo fare

Io saprei come parlarti
Io saprei dove aspettarti
E saprei scaldarti il cuore
Io saprei dove cercarti
Da lontano, telefonarti
E vorrei non dubitare
Tante cose mi fan scappare
Incapace di conservare
Quello che porti nel cuore
Si può vedere, ma non toccare
Ed è lì che mi sorride
E io non so che cosa devo fare

Non saprei farti ballare
Ma qualcosa so cucinare
Se sei stanca
Lasciami fare
Io saprei cosa cantarti
Ma non so se poi lo ascolti
Con il cuore
O scivoli via
Io saprei sfiorarti gli occhi
E poi capire tutti i tuoi sogni
E lo farei con il cuore in mano

Sole e luna, fuoco e terra,
Se quest’amore sarà una guerra,
Io saprò come fare pace
Tante cose io vorrei fare
Per poterti abbracciare
E quello che porti nel cuore
È un’emozione da ricordare
Ed è lì che mi sorride
E io non so che cosa devo fare

Non saprei che cosa dirti
Non saprei come guardarti
Ma saprei in che modo amarti

 

Motivo sotto pelle

Motivo sotto pelle

Quante parole inutili
Girano nell’aria mentre tu
Una terra l’hai trovata ovunque sei
Chissà con quali occhi guardi noi
E tutto ha un motivo sotto pelle
E tutto ha un motivo sotto pelle

Lontano da quel mare infido
Una risposta nelle mani hai
Cercata in cinque righe fragili
Hai lasciato un ponte che non cadrà mai
E tutto ha un motivo sotto pelle
E tutto ha un motivo sotto pelle

Chissà perché ti voltano le spalle
È tutto così semplice
Hanno paura di perdere le folle
Ed io non mi voglio complice
Ma tu ormai sei sopra di loro
Ma tu ormai sei sopra di noi
E canterai!

Canti parole limpide
Colori affascinanti e ancor di più
E nei tuoi fogli vivono, lo sai
E sono uno specchio gli occhi suoi
Che tutto ha un motivo sotto pelle
Che tutto ha un motivo sotto pelle

Chissà perché …

Non potrò scordarti mai
Anche se non ti ho visto mai
E tutto andrà come deve andare
E nessuno ci potrà cambiare

Chissà perché

Ad Alessandro Bono

Notizia indesiderata

Notizia indesiderata

Giro stazioni alla radio ed ovunque la stessa notizia
è successo un po’ all’improvviso ma da tempo era nell’aria.
Hanno visto Johnny per strada, disperato, col volto brutto,
adesso non ha più casa, hanno portato via tutto.

Il Rock è morto, baby, e non c’è niente da fare
Il Rock è morto, baby, andiamo al suo funerale

Le indagini sono bloccate, e non si cerca un vero motivo,
si da per scontata ogni cosa, c’è chi dice che sia un suicidio.
Qui è tutto un grande commercio e non si vuole perdere tempo,
tempo che prima batteva in quel cuore adesso spento.

Il Rock è morto, baby, e non c’è niente da fare
Il Rock è morto, baby, andiamo al suo funerale

Tanta gente che strilla ad una copia perfetta del re
tra fumi e qualche scintilla, la musica vera dov’è ?
Non vedo sudore sul palco, non sento magia nelle mani,
storie uguali e banali: amori vicini e lontani

Il Rock è morto, baby, e non c’è niente da fare
Il Rock è morto, baby, andiamo al suo funerale

 

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Bossa nova per Paola

Bossa nova per Paola

Forse non te l’aspettavi
una bossa nova come canzone
son rimasto anch’io sorpreso
quando mi è uscita dalle mani
il tuo viso è il primo viso
a cui ho pensato, mentre volano
le note e io che cerco di catturarle
per darle a te

La tua voce un po’ stonata
mentre canta questa canzone
è l’immagine che porto
e sotto passan le parole
il tuo viso un po’ severo
non so mai se ho sbagliato, e ridono
le guance ad uno sketch poco azzeccato,
chissà perché.

Sì, lo so, dovrei studiare
non dovrei perdere tempo
manca poco a quell’esame
ma, ti giuro, non ce la faccio
questa musica un po’ strana
mi ha portato via lontano, viaggiano
i pensieri, il Sud America è vicino
anche per te

Anche per te che non capisci
che quando parlo lo so che sbuffi
che fai fatica a starmi vicino
che fai fatica a darmi una mano
una bossa nova per ringraziare,
una bossa nova per rimediare,
una bossa nova per ringraziare,
una bossa nova per rimediare,
una bossa nova per ringraziare,
una bossa nova per rimediare …

95 – Vicino a te (1995)

95 – Vicino a te (1995)

Camminavo come in una foresta dei tempi antichi
buia, gelida, a tratti spaventosa, e poi che brividi
sentivo correre per il corpo quando rumori strani
mi confondevano e prendevo strade mai sognate, né cercate

Questa città che a prima vista sembrava mi avesse accolto
si chiudeva ed io non riuscivo a fare molto
poi ti ho incontrato in un istante in cui cadevo
una torcia che fa luce sul sentiero, un lampione sulla via

Vicino a te tutto quanto è facile
Vicino a te non mi sento fragile
Non so perché ma tutto quanto mi sorride
quando ti sento raccontare

Sotto i miei occhi cambiarono i colori della foresta
voglia di cantare, tanti sorrisi, come a una festa
dove ti accorgi che la vita va rivalutata
non c’è niente di più bello, un gesto, un’attenzione ed è cambiata

Vicino a te …..

Fare finta che niente sia successo è da veri idioti
è come negare un riflesso nello specchio, dagli occhi ai piedi
mi son sentito mosso dentro come ad un primo amore
ma più toccante, perché ti arriva dritto fino al centro del tuo cuore.

Vicino a te …..

Dammi un minuto

Dammi un minuto

Hai un minuto di tempo
Da passare con me?
Un minuto, baby…
E dopo torna a divertirti
Stai sicura, non disturberò!

Puoi dirmi che cosa c’è
Che non va bene in me
Non sono alto e biondo, è vero
Ma ho nel cuore una canzone
Che vedrai, ti sorprenderà

Barca sul mare, essenza viva che mi trascini via
Bagliore intenso, acqua eterna che zampilli nel deserto …
Io ti abbraccerò.

Io non ti tratto male, anzi
Ti voglio piuttosto bene
Ma tu fuggi il mio sguardo
Fossi Godzilla lo potrei capire
E invece per te non ce n’è

Non son di tante parole
Quando sto in compagnia
Perché non amo buttarle via
Su telefilm, o la moviola,
O qualche cosa che poi resta lì

Chimera in fiore, a due passi dalla vita mia
Roccia e diamante, a volte ho un dubbio,
Non ne sono certo
Che ti rincorrerò

Scusa, ti devo lasciare
Ho la mia band che mi aspetta
Sai bene dove suoniamo
Se cambi idea vieni a trovarmi
E vedrai che ti canterò
Che ti canterò!

 

55 – Tramonto militare (1995)

55 – Tramonto militare (1995)

C’è un bagliore di poesia
che si perde e a tratti affiora
tra il verde cupo dei nostri abiti
e il suono cieco delle granate
C’è poco tempo per ricordare
forse è poco anche per pensare.
Ma in questo istante cerco i tuoi occhi
mi suggerisce il sole, che li rispecchia il mare.
E quel tramonto in cui mi trovo a camminare
Poi commosso a domandare di poterti amare
Incrocio il tuo sguardo tra le nuvole ed il mare
Mi brucia il pensiero di volerti rivedere

Restiamo immobili ad aspettare
un grido o un solo gesto per uscire
e il rosso canto di questa sera
fa più reale il nostro strano gioco
Ed è un momento di temporale
nel mio cuore, fuori, invece, c’è il sole.
Il mio paese è molto lontano,
la terra ha uno strano sguardo mentre cambia colore.
E quel tramonto …

Non son sicuro di come sto
Certo stanco, oppure lieto,
non son sicuro di come sto.
Aspettami,
la fatica non la sento più
Fermati,
e col fucile in spalla
inciampando nella notte,
correrò da te.

In quel tramonto io mi trovo a camminare …

Testo di Daniele Bomber Bottoni
Musica di Ivano Conti

54 – Notte sul mare (1994)

54 – Notte sul mare (1994)

Forse sai, è la prima volta che
Guardo lontano e mi sento solo
Sarà la luna, o le stelle
Oppure questo mare di notte che non conosco
Sono lontano e questo lo so
Sono in viaggio, non vi posso vedere
E poi oggi è sabato e non vi posso chiamare

Ma c’è questa luna, il vento e il rumore
Della nave che solca e scomoda il mare
Strada infinita, infinito l’orizzonte
Le onde di un regno che non posso abbracciare

Il cielo nero sta cambiando intorno a me
La luce ora filtra e plasma i colori.
E le ultime stelle stanno ancora
A salutare, prima di perdersi
Sono lontano e poi non è facile
Gridano un mondo fatto di favole
Condito di gloria e discorsi inutili che inchiodano l’aria

Ma vedo una casa e sento il suo cuore
Non posso esser triste tra poco esce il sole
Strada infinita, infinito l’orizzonte
Non vivo in un sogno, lo posso raccontare

Girerò gli occhi e svanirà
È un quadro di mare che scorderò
Ma la natura prepara già
nuovi colori e paesaggi per stupirmi ancora

Testo di Daniele Bomber Bottoni
Musica di Ivano Conti

Metropoli by night

Metropoli by night

Guidano, sognano
Cambiando marcia, e in fila, cercano
Un amore dato spontaneamente
Difficilmente loro l’hanno avuto
Ombre, luci spente nei viali,
Confusione in testa in quelle notti da scoprire
Chissà a casa, se c’è qualcuno
Che li sta aspettando, si sta preoccupando
Guarda le lancette, quella piccola
Segna sempre, ancora, numeri bassi:
“Dove sarà finito? Che cosa farà mai?
Non riesco più a capire quello che mi chiede!”

Dove sei, amore che fuggi?
Io ti cerco per le strade ma vorrei trovarti altrove
In uno sbaglio siamo uomini
Che cercano una carezza, un gesto di tenerezza
Io ti guardo in fondo agli occhi
Se cerco emozioni forti
Non è perché ho perduto tutto il semplice che avevo …

Li guardano, sorridono
Storie tristi e vere, non per piacere
Dall’Africa, dal mondo nuovo
Oppure giocano in casa e soffrono
Loro inchiodano e ultimamente
Son solo sofferenze che si uniscono

Dove sei, amore che fuggi?
Queste mani che non conosco mi rubano il cuore e la vita
In un inganno, parole dolci
Ed un vecchio mestiere: corri, amore, fatti trovare
Io ti guardo in fondo agli occhi
Vorrei scappare da questi volti
Soldi, fame, casa, aereo, vi prego:
Paura della notte!

Paura della notte! Paura della notte!

 

Percorsi della mente

Percorsi della mente

Laggiù, in fondo alla valle, ai confini dell’impero, un’immagine di uomo:
guarda la luna inchiodata al cielo
che ogni ciclo scopre la traccia di un sentiero
che si perde / nella coltre dove / finiscono / il cielo e le stelle

Pensieri che frugano nel tempo e cercano uno spazio di felicità
Ponti costruiti poi crollati e tu che cosa hai fatto nella mortalità
Hai lottato / hai ricominciato / hai sperato / e in ginocchio hai pregato
per la muraglia che ti protegge nonostante il tuo male,
perché la prossima volta regga al vento occidentale

Non aspettare, prendi e vai
più aspetti e meno tempo hai
Non aspettare, rischia e vai
e qualcosa cambierà, vedrai !

Vecchio, ti senti un uomo stanco
sei caduto nella fossa prima ancora di partire
Freddo, hai sopportato il ghiaccio il caldo, e la paura, uscendo dalle file
delle mura / della tua città / insicura / cosciente dell’età

Venti, o forse sono trenta, gli anni che conteggi, mai vissuti fino in fondo
Sogni, spettatore attento, mentre ogni cosa fugge nell’arco di un secondo
Hai raccolto / la sabbia dalle scarpe / e le orme / oramai si sono perse
e adesso sei fermo e non sai più a che cosa guardare
ti giri intorno sorpreso dal sole e senti una voce gridare:

Non aspettare …

Ma ora con il sole sulla testa, con la vista offuscata dal sudore / ti sembra di vedere il mare, non ne sei sicuro, non senti il rumore / e poi con la sabbia che s’alza ed il vento che la spinge in bocca / hai sete ma vorresti tanto dire basta / e corri, e dopo ti fermi, hai il fiatone, ma poco e riprendi / cadi a terra, ti alzi e cammini, i tuoi sogni ti sembran vicini / guardi intorno confuso e stanco, il tuo avvenire è solo un foglio bianco / ma non hai più la forza per scrivere.

Laggiù, in fondo alla valle, ai confini dell’impero, un’immagine di uomo